Luca Fezzi, Il rimpianto di Roma. Res publica, libertà 'neoromane' e Benjamin Constant, agli inizi del terzo millennio, Firenze, 2012

02.07.2013

Luca Fezzi, Il rimpianto di Roma. 'Res publica', libertà 'neoromane' e Benjamin Constant, agli inizi del terzo millennio, Firenze, Le Monnier, 2012.Rimpiangere la res publica, tornare a Roma. In questo, alla fine del secondo millennio, gli studi antichistici e quelli teorico-politici sembrano trovare una convergenza. Se Fergus Millar evidenzia gli elementi 'democratici' della tarda repubblica, Philip Pettit e Quentin Skinner individuano una libertà 'neoromana', ideale civico applicabile anche al presente. Ciò si scontra, per molti versi, con la 'cesura' tra antichità e modernità politica, fatta spesso coincidere con il celebre discorso di Benjamin Constant sulla Libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni (1819). A ben guardare, però, il padre svizzero del liberalismo costituzionale si concentra soprattutto sulla Grecia, scissa tra la 'quasi moderna' Atene e l'arretrata Sparta. E Roma? È su questo che il presente volume indaga, prendendo anche in considerazione i più recenti dibattiti nell'antichistica e nella teoria politica; punti di riferimento sono il pensiero di Constant, a sua volta oggetto di reinterpretazione, e le sue innumerevoli 'ricadute'.