Walter Panciera, La Repubblica di Venezia nel Settecento, I libri di Viella, Roma, 2014

21.11.2014

In questo libro viene ripercorsa la storia della Repubblica aristocratica di Venezia nel suo ultimo secolo di vita e, sulla base dei più recenti studi e della storiografia classica sull’argomento, confutata ogni visione stereotipata di questo antico stato, del suo territorio e di una società certamente complessa. 
La Serenissima non divenne mai una nazione moderna, nel senso che oggi si dà a questa espressione, e la metropoli Venezia rimase fino all’ultimo e in modo consapevole non una capitale, bensì la Dominante. Particolarismo e policentrismo sono la chiave per capire i limiti e forse l’eredità profonda del suo dominio, da Corfù fino all’Adda. La debolezza della Repubblica di fronte ai grandi stati europei si rivelò nel Settecento tanto più evidente in quanto frutto dell’evoluzione di una città-stato ferma nei suoi caratteri fondamentali a due secoli prima, quando aveva raggiunto il vertice della sua potenza.
Tuttavia, se nel XVIII secolo a mancare furono le riforme in campo politico e istituzionale, sul piano socio-economico vi furono importanti sviluppi e trasformazioni. Altrettanto si può dire sotto il profilo culturale: la stagione dell’Illuminismo veneto fu vivace e feconda di idee, di progetti e di realizzazioni, come dimostra l’opera di Carlo Goldoni o la fioritura di gazzette e di giornali.