In ricordo del Professor Raffaello Vergani (1937-2025)

24.05.2025

Esprimendo il cordoglio della comunità del DiSSGeA per la scomparsa del Professor Raffaello Vergani, già docente di Storia economica e sociale dell’età moderna presso l’Università di Padova, pubblichiamo un ricordo del collega Professor Alfredo Viggiano:

«Fin da piccolo sono stato attratto dalla chimica e dalla mineralogia, poi c'è stato l'amore per la montagna, poi l'impressione che mi fecero i forni di Valle Imperina. Ho cominciato a lavorare nell’archivio di Venezia, poi alla fine degli anni Settanta sono venuto a Riva a conoscere quelle cose che non si trovano sui libri: l’aria, la luce, il suono della lingua, lo spirito dei luoghi e della gente, cose che arricchiscono». Passione scientifica, frequentazione delle testimonianze, archivio di un mondo tramontato per sempre, ma sopra queste – necessariamente collegate ad esse – le connotazioni fisiche, naturali, ed esistenziali di un ambiente unico e amatissimo, di cose, di suoni, di esseri umani. Così Raffaello Vergani diceva la sua gratitudine nei confronti dell’amministrazione comunale di Rivamonte, che nel dicembre del 2014 gli aveva conferito la cittadinanza onoraria. Raffaello, nato a Montebelluna nel 1937, ci ha lasciato il 24 maggio. Chi lo ha conosciuto racconta che il periodo del Covid e più recenti malanni avevano intaccato il vigore dei suoi interessi. Non poter frequentare con l’antica, consueta libertà i luoghi in cui quelle passioni trovavano la loro realizzazione – gli spazi, anche angusti, delle sale di studio di archivi e biblioteche che conservavano tracce tenaci delle memorie locali, così come gli spazi ampi, ariosi dell’Agordino, della Val Zoldana, della Valle Imperina – non aveva comunque cancellato i tratti del suo carattere riconosciuti da tutti coloro che l’avevano frequentato nel corso dei tanti anni del suo insegnamento nell’Ateneo patavino. Un riserbo, forse una timidezza, che si aprivano immediatamente, e sollecitavano, la disponibilità al dialogo; un’ironia densa d’arguzia, che poneva eventi e giudizi alla giusta distanza prospettica, in modo da poterli soppesare con la massima precisione possibile; lo sforzo di conservare la giusta distinzione, ben sapendo quanto sia difficile e forse impossibile, fra giudizi di fatto e giudizi di valore. La franchezza e la precisione della sua attitudine esistenziale si ritrovano nel nitore delle sue pagine. Non c’è bisogno di troppe parole per dir bene una cosa, basta sapere che non si riuscirà mai a restituire tutta la complessità del garbuglio della vita, di quella presente e di quella trascorsa: questa potrebbe essere la cifra del suo metodo.

Se si dovessero appiccicare etichette alle sue scelte storiografiche – un gesto che probabilmente non avrebbe gradito – potremmo dire che gli interessi di Raffaello Vergani si sono mossi fra la storia dell’ambiente e la storia sociale del lavoro, fra la storia della metallurgia e dell’industria mineraria e la storia della gestione delle risorse idriche, della politica delle acque e del paesaggio agrario. Dei suoi molti lavori possiamo almeno ricordare: La Brentella. Problemi d’acque nell’alta pianura trevigiana nei secoli XV e XVI (Treviso-Fondazione Benetton 2000), Miniere e società nella montagna del passato. Alpi venete, secoli XIII-XIX (Verona-CIERRE 2003), e fra i più recenti Zoldo. Uomini e industrie, strade e montagne di una valle alpina fra XIV e XX secolo (Verona-CIERRE 2020) e Il ferro delle Dolomiti. Miniere, metallurgia, produzione dal XII al XVIII secolo (Verona-CIERRE 2024). Oltre i numerosi saggi pubblicati in riviste italiane e internazionali, deve essere ricordato il contributo del 1983: Una comunità mineraria di montagna: Riva d'Agordo per la Storia d’Italia Einaudi, Annali 6, Economia monetaria. Economia naturale, a cura di Ugo Tucci. In occasione del conferimento della cittadinanza di Rivamonte, a conferma di una circolarità di attenzioni che trascorrevano dal presente al passato, dal passato al presente ricordava i dialoghi, indispensabili per la realizzazione di quella ricerca, intrattenuti con i componenti delle locali famiglie dei Fossen, dei Mottes, dei Rosson: gli attuali eredi dei protagonisti delle vicende settecentesche che aveva ricostruito attraverso le testimonianze dei notai.

 

Raffaello Vergani